Lavoro come dipendente in Italia: cosa c’è da sapere

Se hai sempre fatto il free lance e ora cerchi un lavoro come dipendente, o se sei alle tue prime esperienze, troverai qui tutto ciò che devi sapere quando ti stai per candidare per un lavoro subordinato in Italia.

La ricerca di un nuovo impiego

Sogni un nuovo lavoro? Prima di tutto ti consigliamo di capire cosa vuoi fare nella tua vita e quale tipo di impegno tu sia disposto a dedicare alla vita professionale rispetto alla tua vita quotidiana. Non è banale ma riflettendo con calma e concentrazione potresti costruire le basi da cui partire per la tua ricerca di lavoro.

Pensa prima di tutto alle tue competenze e ambizioni: cosa sai fare? Quali sono le tue abilità? E, di conseguenza, quale è il lavoro per cui potresti proporti e per il quale risulteresti particolarmente interessante agli occhi dei recruiter? Credi di essere più portato per il rischio e per l’autonomia o preferisci il lavoro da dipendente?

Se hai sempre fatto il freelance, o se comunque non hai mai lavorato come dipendente, devi essere consapevole che collaborare con un’azienda in un rapporto subordinato comporta vantaggi e svantaggi rispetto ad un lavoro autonomo. Vediamo nel dettaglio le differenze.

Posto fisso o lavoro autonomo: pro e contro

Recita il Codice Civile: “È prestatore di lavoro subordinato chi si obbliga mediante retribuzione a collaborare nell’impresa, prestando il proprio lavoro intellettuale o manuale alle dipendenze e sotto la direzione dell’imprenditore”. E’ quindi chiaro come il lavoratore dipendente sia obbligato a lavorare secondo le linee guida e le indicazioni di un datore di lavoro che è, in ambito professionale, a lui superiore. I vantaggi del lavoro subordinato sono la garanzia di uno stipendio mensile fisso al quale si aggiungono una serie di altre spettanze come ad esempio la tredicesima, la quattordicesima, la malattia. Sono inoltre previste ferie annuali e non bisogna preoccuparsi dei versamenti contributivi in vista del TFR o della pensione. Al contrario, un lavoratore autonomo non ha nessuna certezza del suo ingresso mensile; deve inoltre occuparsi di versare assicurazione e contributi pensionistici; non ha ferie prefissate, quindi può prendersi tempi liberi e vacanze quando crede e desidera, anche se spesso accade che un free lance si trovi a dover affrontare una mole di lavoro tale che gli “straordinari” non si contano più. Sul piatto della bilancia c’è la totale libertà decisionale e di gestione e la soddisfazione nel creare e/o portare avanti qualcosa di davvero tuo.

Se la tua indole (o il momento della vita che stai vivendo) ti porta a optare per un lavoro da dipendente, ecco ancora alcune informazioni sugli orari di lavoro previsti in Italia per un lavoratore subordinato.

Gli orari di lavoro per il dipendente in Italia

Con orario di lavoro si intende l'arco temporale durante il quale il dipendente deve dedicarsi al proprio impiego professionale, che sia in sede o anche in smart working, a seconda di cosa prevede il suo contratto.

In Italia le ore di lavoro stabilite dalla legge sono 40 alla settimana e 8 al giorno. In realtà ci sono alcune eccezioni: contratti collettivi che prevedono 38 o 39 ore alla settimana invece che 40 e determinate categorie per cui non esiste questo tetto. Per chi lavora imprese di servizi legati alle poste, alla fornitura di energia, ai trasporti pubblici o i rifiuti, per esempio, sono previsti turni più lunghi. Il lavoratore ha diritto comunque a 11 ore di riposo continuativo ogni 24 ore e questo significa che non può lavorare oltre le 13 ore al giorno. Esistono poi le ore di straordinario che vengono normalmente inserite all'interno del contratto così come definito nel contratto collettivo della singola categoria Ma ci sono comunque dei limiti anche qui: non vi possono essere più di 250 ore di straordinario all'anno e, comunque, il lavoratore non può essere impegnato sul lavoro per più di 48 ore in una settimana.

Hai scelto di cercare un lavoro da dipendente, hai approfondito quali sono i pro e i contro del lavoro subordinato? Ora è il momento di candidarti.

Scrivere un curriculum vitae efficace

Crea un curriculum vitae professionale è il consiglio che qualunque esperto ti darà nel momento in cui ti dichiari interessato a trovare un nuovo lavoro. Fondamentale è prendere nuovamente in mano il proprio curriculum e rileggerlo con attenzione per valutare che tutte le informazioni in esse contenuto siano aggiornate. Potrebbe accadere infatti che, rispetto l'ultima volta in cui ha letto il tuo curriculum vitae, tu abbia svolto nuovi lavori o abbia frequentato dei corsi per implementare le tue competenze. L’importante è che le informazioni che andrai ad aggiungere siano coerenti con la tipologia di lavoro che stai cercando. Ricordati poi che, per essere più efficace, un curriculum vitae dovrebbe essere di due, massimo tre pagine e che le informazioni contenute devono essere scritte in maniera grammaticalmente corretta e facilmente leggibile. Un’ultima nota: se si tratta del tuo primo curriculum vitae, è preferibile puntare sulla formazione e su quelle competenze esplicitamente richieste nell’annuncio di lavoro per cui ti stai candidando.

Altri documenti per candidarti in modo veloce

Oltre al curriculum vitae, la candidatura deve essere accompagnata da una lettera di presentazione, un documento che sia in grado di sintetizzare in 12/14 righe il tuo profilo professionale evidenziando le tue abilità, le tue esperienze più rilevanti, le tue ambizioni e motivazioni.

Saranno un curriculum vitae scritto in maniera perfetta e una lettera di presentazione efficace i tuoi biglietti da visita per differenziarti dagli altri candidati. Ricorda che il tuo obiettivo è che il responsabile delle risorse umane possa notare la tua candidatura e decidere di contattarti per fissare il primo colloquio di persona. Un ulteriore passo verso un nuovo lavoro come dipendente.